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Una legge a tutela della forza propulsiva del mercato

di PIERANGELO ROSATI (HOBO)

Considerato una delle massime autorità italiane nella lotta alla pirateria elettronica, Giuseppe Corasaniti, magistrato e docente di "diritto dei mezzi di comunicazione di massa" alla Luiss di Roma, propone un inasprimento delle leggi a tutela del diritto d'autore e la costituzione di un'agenzia agile e immediatamente operativa - una vera task force di emergenza - sul modello di quella antimafia. Già nel dicembre scorso, durante il suo intervento al forum multimediale "La società dell'informazione" (gli atti e materiali prodotti possono essere consultati nel sito web www.mclink.it/inforum/corasan3.htm) aveva espresso la sua autorevole opinione sull'argomento presentando il fenomeno della pirateria come un grave pericolo sociale, arrivando ad accostarlo a quello della droga. Curioso l'esplicito accento più volte calato sugli extracomunitari, a cui evidentemente il magistrato attribuisce un ruolo di particolare importanza nella pirateria nostrana, tanto da indurlo a proporre un'apposita norma che, a modifica dell'articolo 290 del Codice di procedura penale, dovrebbe prevedere l'immediata espulsione dei cittadini extracomunitari sorpresi a rivendere prodotti abusivamente duplicati. Curiosa anche la posizione, assunta nella stessa sede, nei riguardi della legge, all'epoca ancora in discussione, per la tutela della privacy: "bisogna allora abbandonare l'assurda pretesa di governare le tecnologie (...) La migliore regola possibile, quella che si basa sulla libertà stessa (...) Perciò ogni apparato pubblico di vigilanza e coordinamento mostra ogni giorno di più i suoi limiti e la sua sostanziale -progressiva-inadeguatezza". Due pesi e due misure? In alcuni casi (quando il mercato è la vittima) è indispensabile e urgente attivarsi contro gli hackers, mentre in altri (quando il mercato è l'imputato) è inutile irrigidirsi e conviene lasciare che le tecnologie creino un nuovo equilibrio sociale.

il manifesto. Ali Babà 11 giugno 1997